Chiave 21

Chiave 21

Chiave 21

Titolo: Chiave 21

Autore: Francesco Picca

Casa Editrice: Pufa editore

Pagine: 64

Costo: 10€ (omaggio casa editrice)

Chiave 21

Mai come di fronte ai racconti il mio scetticismo da lettrice viene fuori. Nonostante sia stata smentita più volte(Cattedrale di Carver, Thomas Mann, Poe solo per citarne alcuni), ed anche dal fatto che io stessa a volte mi cimenti nella stesura di qualche pagina del genere, lo scetticismo resta.

Mi sono spesso domandata il perché e la risposta credo sia molto semplice: il racconto è sempre una scommessa e la sua brevità un’arma a doppio taglio. Faccio parte di quella categoria di lettori che si sentono acquietati soltanto davanti ad un romanzo confortante e duraturo, nel bene e nel male. Ho timore di veder concludere la vicenda senza che nulla sia rimasto impigliato tra i pensieri, di scoprire personaggi promettenti e di doverli salutare dopo solo qualche pagina.

È con questo spirito che mi sono accostata ai quattordici racconti di Francesco Picca racchiusi in “Chiave 21“, la sua prima raccolta che prende il titolo da uno dei racconti in essa contenuti e pubblicata dalla giovane Pufa editore, casa editrice pugliese di cui avevo già parlato qui.

La particolarità di questi racconti risiede nel loro intento, ovvero raccontare momenti specifici corredandoli da sensazioni forti ed a volte in contrasto tra loro. È stato come inseguire lo scrittore attraverso le sue esperienze e gli enigmatici collegamenti in una sorta di filo invisibile che riporta sempre all’io narrante. A volte irriverente, come in Domenica, in cui la vicenda narrata è un pranzo domenicale in famiglia con zii invadenti e domande sfacciate alle quali il protagonista tenta di sfuggire con sagacia.

Il mondo mi è fin troppo chiaro. I libri mi confondono solo le idee.

Altre volte invece duro come la realtà raccontata in Gios, primo ruvido racconto del libro, in cui la voce narrante si confonde con il grigiore della realtà monotona nel suo lavoro, arrivando quasi ad esserne inghiottito.

Qua dentro il pensiero è un lusso. Roba per pochi. Qua dentro, in officina, il pensiero è roba di Gios. Perché, per pensare, per sgranare congetture, devi avere i tempi di un tornitore. Devi allineare i pensieri attorno ad un asse, e devi fare roteare, piano. Molto piano. Lentamente.

In Treno invece, ci troviamo dentro un vagone ed io mi sono rivista negli occhi dell’osservatore e nella sua attenzione rivolta ai suoi casuali compagni di viaggio, nel vano tentativo di ricostruire la loro identità in una sorta di gioco senza fine. Le “facce senza storia“, così come le chiama Francesco Picca, sono le stesse che ogni pendolare incrocia ogni giorno.

Le facce, sui treni, sono tutte uguali. Quando gli sguardi si incrociano i volti perdono la loro singolarità e si modellano attorno ad un’unica espressione.

Oceano è forse il racconto che più mi è piaciuto. Qui più che in altri, si avvertono densi, colorati di un unico colore i pensieri dell’autore. La descrizione dell’oceano, sentito come forza incontrollabile, scevra da limiti e totalmente libera fa da sfondo alla tela di un pittore solitario.

Nei mattini d’inverno il mare ha qualcosa di rassicurante. E rassicuranti sono le brevi parole del vento. […] L’onda, di tanto in tanto, si allunga e spuma sulla sabbia, affinché qualcuno non si avvicini troppo. Sembra quasi che difenda un segreto, forse lo stesso per cui i gabbiani disegnano cerchi planati e brusche virate. Il mare ha cura di rendermi tranquillo.

L’ultimo racconto, Contratto, per quanto secco possa sembrare vista la sua brevità, l’autore è riuscito a condensare sia la sua passione per la scrittura, sia l’orgoglio di rimanere fedele a sé stesso nel rifiutare il contratto proposto.

Le ricerche, spesso, sono difficili. Per me è complicato trovare qualcosa di piacevole da leggere. Ho pensato di scrivere. Mi piace ciò che scrivo: il mio piacere riempie la stanza.

In conclusione, Chiave 21 è, nel complesso, una raccolta che mi ha lasciato qualcosa. Sarò sincera, non so se per il mio già espresso scetticismo di genere o semplicemente per il mio personale gusto, ma non tutti i racconti sono riusciti a restarmi impressi; quelli citati di contro mi hanno colpita, alcuni in modo che non mi aspettavo, traendo la loro forza dalla semplicità delle parole e dall’onestà del suo punto di vista.

Per saperne di più, qui il link diretto al libro e qui la loro pagina Facebook.

 

Sabrina Turturro
sabrina.turturro@gmail.com

Sabrina Turturro | Bookish person. Photography and movie enthusiast. Art, travel and tv shows addicted. A dreamer. Instagram, Snapchat, Facebook: nebuladaphne nebuladaphne@gmail.com

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