Pufa editore

Pufa editore

La cultura è una ciotola da cui tutti devono poter mangiare“.

Pufa Editore

È questa la filosofia della giovane Pufa editore, che lo prende alla lettera: il loro logo ipnotico è proprio una grande ciotola attorno a cui tutti mangiano e condividono il cibo.

Pufa è una casa editrice indipendente nata nel gennaio del 2015 a Mottola, un paese nella provincia di Taranto. Quando per la prima volta l’ho sentita nominare, sono rimasta colpita proprio da questo dettaglio: una casa editrice vicina a dove vivo, con un numero sempre in crescita di pubblicazioni. Ogni volta che si parla di case editrici indipendenti, ammiro il coraggio e perché no, il pizzico di follia che si cela dietro queste scelte, specialmente oggi e specialmente nel nostro territorio.

Ho avuto l’opportunità di leggere alcuni dei loro lavori e se mi trovo qui a parlarne è perché credo sinceramente che di realtà come queste bisogna parlare ed il primo gradino -forse il più importante-, siamo proprio noi lettori. Infondo al post troverete quindi i link al loro sito(dispone anche di uno shop online e la spedizione è gratuita) e alla loro pagina Facebook per informazioni dettagliate.

In questo primo post avrei voluto solamente presentare questa nuova realtà con la quale ho il piacere di collaborare, ma presentare una casa editrice senza un libro mi sembrava incompleto.

Nata senz'ali - Pufa Editore

Titolo: Nata senz’ali

Autore: Valentina Lippolis

Casa Editrice: Pufa Editore

Pagine: 112

Costo: 12€

Trama: Ogni scrittore è tutti gli scrittori, lo sosteneva Borges abbracciando il pensiero neoclassico che vuole Omero come autore inesistente oppure somma di ogni scrivente. L’autrice Lippolis fa cadere prima in sé e poi nel suo personaggio principale, Carla, il dramma senza sentenza, appelli e, per gran parte del racconto, assoluzioni. Tutta chiusa in un mondo cieco, interiore, seppur con grandi spazi da confonderlo quasi col cielo intero. Ed è in questi spazi che si dipana la vita di Carla, una vita uguale a tutte le altre, per questo differente. Sola ad esser sola? In questo sconsolato interrogativo non c’è solo la piccola tragedia di un anima rannicchiata con le gambe sul petto ad annusare un esterno dolore universale, c’è, forse, anche il fallimento epocale di un’intera generazione. Un fallimento che si avvita sin da bambina alla schiena di Carla, sempre più stretta, sino a rendere l’essere umana sempre più umana, sempre più umana, sempre più umana. La intellettualizzazione delle sensazioni viene a costituirsi davanti agli occhi del lettore, parte civile, si dichiara, presente ma non partecipante ai fatti. Le impressioni fisiche si mutano prima in sensazioni, queste evaporano in sentimenti, in strati di coscienza, un processo continuo, secco, un passo d’oca che porterà a lacerare il velo del mistero sul significato della stessa vita umana. Di quanto cielo ha bisogno una farfalla/donna nata senz’ali?

Complici titolo e copertina -inutile mentire-, mi sono sentita particolarmente ispirata da questo libro ed infatti ho ritrovato in alcuni pensieri della scrittrice, i miei.

La narrazione di questo libro si snoda attraverso quattro parti conseguenziali: Uovo – Bruco – Crisalide – Farfalla. Come si evince già dai titoli, si tratta di una storia di metamorfosi che la protagonista, Carla, si troverà ad affrontare. È una storia di crescita e dolore, caratterizzata da una profonda introspezione: ci troviamo di fronte ad un flusso di coscienza ed i pensieri della protagonista scorrono veloci. Il leitmotiv della narrazione è la voglia di evasione, di liberarsi da catene invisibili che trattengono Carla a terra, senz’ali, incapace di raggiungere la libertà. Libertà interiore, libertà di vivere come vorrebbe. Ciò s’incarna perfettamente nella metafora della farfalla -uovo, bruco, crisalide- ai cui stadi corrispondono parti della sua vita.

La mia anima era solo bloccata in un’altra dimensione. Ero crisalide costretta dalla mia carcassa di limiti, pregiudizi, paure. Dovevo demolire quella gabbia, scavalcare le barricate in cui mi ero nascosta per bene, per proteggermi e difendermi addirittura da me stessa. Già, dopotutto mi ero persa anche io. Chi ero? Chi ero stata mai? E sopratutto, chi volevo diventare?

Val la pena esser solo, per essere sempre più solo?, scrisse Cesare Pavese nel suo diario e più volte tra le pagine ho scorto questa sofferta domanda, perché il male peggiore della protagonista è proprio la solitudine che pian piano ha ricoperto come nebbia ogni aspetto della sua vita.

Mi ricongiunsi alla mia ombra, la strinsi con rabbia nell’impulso di soffocarla. Da quel momento in poi avremmo proseguito di nuovo insieme, sole, io e lei. Non potevo disfarmene, né lasciarla a piedi. Dopotutto era stata l’unica, fedele ad essere rimasta.

Ho apprezzato la scelta di adottare brevi capitoli con titoli esplicativi per la narrazione che, nonostante l’iniziale parvenza di frammentarietà, s’incastravano l’un l’altro nella storia. Ammetto con sincerità che due aspetti della trama non mi hanno del tutto convinta: il primo è la totale negatività delle relazioni, sentimentali e di amicizia, avute dalla protagonista-le storie che portano all’estremo questo aspetto non mi hanno mai conquistata del tutto, anche se ammetto che in alcuni casi, tra cui questo, sono vitali per trama e definizione del protagonista-, ed il finale, che a mio parere meritava più spazio visto il messaggio positivo che lascia. Consiglio questo libro? Sento di rispondere sì. È l’esordio promettente di un’autrice capace di scavare nelle fragilità che spesso vengono taciute.

 

Contatti Pufa Editore: sito web e pagina Facebook.

Sabrina Turturro
sabrina.turturro@gmail.com

Sabrina Turturro | Bookish person. Photography and movie enthusiast. Art, travel and tv shows addicted. A dreamer. Instagram, Snapchat, Facebook: nebuladaphne nebuladaphne@gmail.com

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