26 Apr Review Party: La legge dei lupi, Leigh Bardugo
Review Party: La legge dei lupi, Leigh Bardugo
Avete presente quando temete ma allo stesso tempo bramate la fine di una saga alla quale siete tanto appassionati?
Ecco, è esattamente il mio approccio alla dilogia de “Il re delle cicatrici” della Bardugo, proprio perché incentrata sul mio personaggio preferito dell’intero GrishaVerse, ovvero Nikolai Lantsov. Quindi quando mi è stato proposto di leggerlo in anteprima mi ci sono fiondata.
Prima di proseguire un avvertimento: non ci saranno spoiler su “La legge dei lupi” ma ce ne saranno su “Il re di cicatrici” ed ovviamente sulla fine della saga Grisha, perciò se siete un po’ indietro con queste letture e non volete rovinarvi la storia, fermatevi qui.
Comincio a parlare proprio da “Il re delle cicatrici”. La Bardugo riprende le fila del suo worldbuiling di cui è sapiente maestra e ci fa ritornare con tutte le scarpe nella situazione che avevamo lasciato alla fine dei volumi precedenti.
Nikolai Lantsov è diventato il re di Rafka a caro prezzo. La moneta di scambio? Proprio lui stesso, divorato infatti dalla maledizione che l’Oscuro gli aveva lanciato contro.
Al suo fianco la sua fedele Zoya Nazyalensky, Grisha Chiamatempeste particolarmente dotata nonché capo del Secondo Esercito e altri personaggi che già conosciamo come, tra tutti, Nina Zenik, che avevamo lasciato straziata alla fine de Il Regno Corrotto.
Ho letto “Il re delle cicatrici” e non mi è dispiaciuto: la storia scorreva, nonostante i capitoli di Nina un po’ troppo fuori trama secondo me e alcune scelte non proprio giustificate o comunque prese un po’ a casaccio, tanto che mi avevano fatto storcere il naso specie se paragonate all’acume e alla strategia di Nikolai e la stessa Zoya nella trilogia.
E poi il finale.
Il ritorno dell’Oscuro, una scommessa aperta e molto, molto pericolosa. In generale, trovo che quando uno scrittore ripeschi personaggi – specialmente i cattivi – dal cilindro, vuol dire che non ha più nulla da dire o quasi.
Però la speranza è l’ultima a morire e proprio con questo spirito mi sono approcciata a “La legge dei lupi”. Per quanto mi riguarda, purtroppo, non è stata una scommessa vincente.
Non farò spoiler sul libro, ma secondo me a conti fatti la Bardugo si è un po’ persa in un bicchiere d’acqua: a prescindere dal ruolo dell’Oscuro, alcune dinamiche mi hanno ricordato troppo e spesso male la battaglia finale di “Rovina e Ascesa”, rendendo o facendo sembrare tale, vana tutta la lotta portata avanti da Alina Starkov.
Anche il personaggio di Nikolai mi è apparso depotenziato, mentre esorbitante è stata la crescita di Zoya, alla quale l’autrice strizza l’occhio in più di un’occasione, facendola sembrare quasi una novella Alina.
Insomma, mi aspettavo decisamente qualcosa di più. Sicuramente tornerò a parlarne a mente fredda e magari dopo una veloce rilettura e con la possibilità di approfondirne i dettagli.
Indubbiamente è un romanzo da leggere ma se siete già fan non sarò di certo io a convincervi: mettere un punto ad una saga, qualsiasi cosa voglia stare a significare il punto stesso, è una cosa che va fatta.
Attendo i vostri pareri. Intanto, per citare qualcun altro:
“No mourners, no funerals”
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