18 Mar Tokyo Express di Matsumoto Seichō
Casa editrice: Adelphi
Titolo: Tokyo Express
Traduttore: Gala Maria Follaco
Pagine: 175
La prima cosa che ho pensato leggendo Tokyo Express è stata molto banale: sarebbe stato impossibile da ambientare in Italia – ma forse da nessun altro Paese all’infuori del Giappone – e anche solo scorrendo la quarta di copertina è chiaro il perché. Ma andiamo con ordine.
Tokyo Express è un noir poliziesco che si snoda tra le tre delle quattro maggiori isole che compongono la nazione, da nord a sud: Hokkaidō, Honshū e Kyūshū. Ogni isola ha le sue tradizioni ed il suo clima ed una delle cose che ho maggiormente apprezzato di Matsumoto Seicho è stata la sottile capacità di farle emergere: mi è sembrato di seguire i viaggi dei protagonisti in tutto e per tutto.
La trama è all’apparenza semplice: in una cala rocciosa della baia di Hakate vengono ritrovati i corpi di un uomo ed una donna, entrambi belli e giovani. Per la polizia del luogo non ci sono dubbi, si tratta di un suicidio d’amore, non troppo insolito per il loro Paese. Niente indagini quindi, e nessun colpevole.
A stravolgere questo quadro all’apparenza già definito però, c’è l’intuito del vecchio investigatore Torigai Jūtarō che, partendo da un dettaglio all’apparenza insignificante, formerà una crepa nel muro di certezze di un caso archiviato troppo velocemente. In un crescendo di ipotesi, ad affiancare Jūtarō arriverà il giovane investigatore di Tokyo, Mihara Kiichi, anch’egli convinto della complessità della questione. In una vicenda che si snoderà in sette mesi allargandosi fino ad abbracciare tutto il Giappone e dove il palcoscenico sarà formato dalle stazioni ferroviarie, grazie ad un sottile intuito e un’incrollabile perseveranza, pian piano i nodi verranno al pettine.
Quando mi chiedono quale sia il mio ipotetico viaggio da sogno, il Giappone figura sempre al primo posto: mi sono da sempre documentata sulle usanze e sui modi di spostarsi nel paese del sol levante, perciò, leggendo, non mi sono stupita della precisione al secondo della partenza e dell’arrivo dei convogli, locali che non. In nessun punto del romanzo è stata messa in dubbio la loro puntualità, aspetto che può sembrare incredibile, specie per noi italiani che spesso e volentieri al sentir nominare le ferrovie storciamo il naso.
In Tokyo Express ho apprezzato sia lo stile di Seicho sia il suo modo incalzante di svelare poco alla volta tutti gli assi nella manica: è stato il mio primo poliziesco giapponese e, a differenza degli altri autori nipponici a cui sono abituata, l’ho trovato incalzante e senza dubbio da leggere quasi tutto d’un fiato – specie per la trama che si fa via via sempre più complessa -.
Matsumoto Seicho è stato definito il Simenon giapponese: ravvisabili i punti di contatto con il modo che entrambi gli autori hanno di raccontare gli avvenimenti seminando poco alla volta particolari fondamentali al suo scioglimento, ma per il resto sono agli antipodi – senza sminuire Georges, ovviamente. Due culture totalmente diverse ed uno stile che rispecchia alla perfezione i loro rispettivi Paesi di nascita, entrambi unici per cultura e tradizioni.
P
PS. So che non è bene giudicare un libro dalla copertina ma questa volta, sulla foto che Adelphi ha scelto per questa edizione di Tokyo Express, due parole voglio spenderle. A scattarla è stato Werner Bischof, fotoreporter svizzero che ha fatto parte della famosa e prestigiosa agenzia Magnum Photos. Bischof, dopo la fine della seconda guerra mondiale, viaggiò molto cambiando il suo sguardo e concentrandosi sulla rappresentazione della sofferenza umana. Il suo reportage sul Giappone è uno dei più belli in cui io mi sia imbattuta e vi consiglio di spulciare un po’ sul sito ufficiale Magnum(click).
Martylarossaaa
Posted at 11:06h, 18 MarzoCome promesso, sto spulciando nel sito e lo trovo davvero ben costruito e ben gestito!
Questo poliziesco entrerà subito nella mia wishlist!
Un bacio
Martina
Sabrina Turturro
Posted at 08:41h, 19 MarzoGrazie Martina, anche per aver commentato!
Un abbraccio, buon lunedì*