Il fiume della coscienza, Oliver Sacks

Il fiume della coscienza, ultimo libro di Oliver Sacks edito Adelphi

Il fiume della coscienza, Oliver Sacks

Autore:
Casa editrice: Adelphi
Titolo:
Traduttore: Isabella C. Blum
Pagine: 213
Prezzo: 19,00 € (Omaggio C.E.)
Data di pubblicazione:

Il fiume della coscienza è il libro testamento di Oliver Sacks, medico, chimico, accademico britannico nonché docente di neurologia alla Columbia University: insomma, non uno qualunque in cui imbattersi. È il primo libro di questo autore che leggo. Quando mi trovo davanti volumi del genere ho sempre un po’ di timore, un po’ perché non sono avvezza a letture del genere, un po’ perché temo di non comprenderne tutte le sfaccettature. Adesso posso affermare – non so se per la bravura di Sacks o perché semplicemente partivo troppo prevenuta – che questo timore era infondato.

Il fiume della coscienza è una raccolta di dieci saggi che spaziano tra le diverse discipline care all’autore tra cui ovviamente la neurologia ma anche botanica, chimica, filosofia, biologia e anatomia e che in questo libro, divengono vera e propria letteratura. Darwin, Freud, William James, Bergson, nomi importanti per temi importanti quali l’evoluzione, l’origine della vita, la nascita della coscienza ed il tempo.

Conoscere la mia unicità e la mia antichità biologica, sapere che sono biologicamente imparentato con tutte le altre forme di vita, mi riempie di gioia. Questa conoscenza mi radica, permette che io mi senta a casa nel mondo della natura, che io abbia una percezione del mio significato biologico – quale che sia il mio ruolo nel mondo degli essere umani e della cultura.

La qualità forse più importante e senz’altro insaziabile di Oliver Sacks è la curiosità. Prodigo di esempi e aneddoti, tra le pagine i saggi e dimostrazioni empiriche sono intervallate da ricordi d’infanzia, come ad esempio in Velocità, quando racconta di come da bambino fotografò in diversi momenti le felci nel suo giardino per poi osservarle muoversi in vari momenti nelle foto sviluppate.

Sistemavo quindi la macchina fotografica su un treppiede in giardino, e scattavo fotografie dei pastorali a intervalli di un’ora; poi sviluppavo i negativi, li stampavo e rilegavo insieme una decina di stampe, ottenendo un piccolo folioscopio. E allora, come per magia, potevo vedere i pastorali delle felci distendersi – simili a quelle trombette di carta, tutte arrotolate, in cui si soffia alle feste – e osservare in uno o due secondi quello che, in tempo reale, aveva richiesto un paio di giorni.

Poco oltre, citando due racconti di H. G. Wells, La macchina del tempoIl nuovo acceleratore, si sofferma quindi sulla percezione diversa del tempo e di come esso si dilati o si restringa a seconda della visione di ognuno.

Il fiume della coscienza, ultimo libro di Oliver Sacks edito Adelphi

[…] in prossimità del mio compleanno, cominciai a sperimentare un fenomeno curioso: l’emergere nella mente – spontaneo e non sollecitato – di ricordi remotissimi. […] non meri ricordi, ma anche disposizioni d’animo, i pensieri, le atmosfere e le passioni associati ad essi.

È l’incipit del saggio intitolato La fallibilità della memoria, uno di quelli che più mi aveva incuriosita scorrendo l’indice. Sacks si sofferma ad analizzare, partendo come sempre dalla sua esperienza vissuta, dei falsi ricordi, di quando cioè facciamo nostri aneddoti e ricordi altrui fino a sentirli vissuti in prima persona, trasferendo in queste esperienze anche le nostre, in una commistione di sensazioni. Ho il sospetto, confessa Sacks, che molti dei miei entusiasmi e dei miei impulsi, che mi sembrano in tutto e per tutto miei, possano essere scaturiti da suggerimenti altrui dei quali ho subito la forte influenza, e che poi ho dimenticato. […] Ho il sospetto che tutti incappino in tali dimenticanze, forse comuni soprattutto in chi scrive, dipinge o compone, giacché è probabile che la creatività ne abbia bisogno per riportare alla luce ricordi e idee, e osservarli in contesti e prospettive nuovi.

Questi processi, che chiama dimenticanza, il ricordo e la sua manipolazione inconscia, sono secondo Sacks, fondamentali per il processo creativo. Ne emerge un quadro positivo – ed anche rincuorante, ammetto – di tutte quelle piccole dimenticanze quotidiane che caratterizzano la vita di ognuno di noi.

Come essere umani ci tocca una memoria fallibile, fragile e imperfetta – ma dotata anche di grandissima flessibilità e creatività. La confusione a proposito delle fonti, o l’indifferenza verso di esse, può essere un paradossale punto di forza: se potessimo identificare l’origine di tutta la nostra conoscenza, saremmo sopraffatti da informazioni spesso irrilevanti. Il disinteresse per le fonti ci consente di assimilare quello che leggiamo, quello che ci viene raccontato, quello che altri dicono, pensano, scrivono e dipingono, con la stessa intensità e ricchezza di un’esperienza primaria. Questo ci permette di vedere e sentire con altri occhi e altre orecchie, di entrare in menti altrui, di assimilare l’arte, la scienza e la religione attingendo alla cultura nella sua totalità, di penetrare e contribuire alla mente collettiva, al commonwealth della conoscenza. La memoria non emerge soltanto dall’esperienza, ma anche dal rapporto tra molte menti.

 

Il sé creativo è uno dei saggi che ho maggiormente preferito, forse perché quando si parla di creatività rimango sempre affascinata da chi tenta di spiegarne i processi. Sacks parte dall’infanzia e dall’importanza che il gioco ha nella formazione del bambino: “ I bambini sono attratti dalle narrazioni, e non si limitano a sollecitare il racconto di storie e a goderne, ma ne creano loro stessi“. Si parla di mimetismo, tendenza a confondersi con abitudini altrui e ad imitarne i vari modelli ma non in modo passivo, anzi, tutto concorre nella costruzione della propria creatività, in un processo di assimilazione vorace e senz’altro positiva.

In questi momenti, mentre sto scrivendo, i pensieri sembrano organizzarsi da soli in una successione spontanea, vestendosi all’istante con le parole appropriate. Sento di poter aggirare o trascendere gran parte della mia stessa personalità e delle mie nevrosi. Da un lato questo non sono io, ma allo stesso tempo è la parte più intima di me, e di sicuro la migliore.

Il fiume della coscienza

Il fiume della coscienza è stato un vero e proprio viaggio tra i campi più disparati della scienza con un cicerone d’eccezione che sono stata contenta d’aver finalmente scoperto. Mai accontentarsi della quotidianità, ma andare oltre, porsi domande e non perdere la curiosità, è questa la più grande lezione di Oliver Sacks.

 

 

 

 

Sabrina Turturro
sabrina.turturro@gmail.com

Sabrina Turturro | Bookish person. Photography and movie enthusiast. Art, travel and tv shows addicted. A dreamer. Instagram, Snapchat, Facebook: nebuladaphne nebuladaphne@gmail.com

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