16 Nov Superzelda
(cliccate sulle immagini per ingrandirle)
Autori: Tiziana Lo Porto, Daniele Marotta
Casa Editrice: Minimum Fax
Pagine: 172
Data di pubblicazione: Novembre 2011
Costo: 15€ (link all’acquisto qui)
Trama: Ballerina, pittrice, scrittrice, Zelda Sayre (1900-1948), moglie dello scrittore Francis Scott Fitzgerald, ha incarnato più di ogni sua contemporanea il prototipo della «maschietta», creando un modello di femminilità alternativa e ribelle che è sopravvissuto ben oltre gli Anni Ruggenti – grazie anche alle opere del marito, che a lei si è ispirato nel costruire le eroine più riuscite dei suoi romanzi. Questo graphic novel ne racconta le vicende, dall’infanzia in Alabama, passando per l’incontro con Scott, il matrimonio e la scandalosa luna di miele a New York, e poi i viaggi in Europa e in Africa, le frequentazioni con Ernest Hemingway, Dorothy Parker, John Dos Passos e molti altri protagonisti della scena intellettuale e artistica dell’epoca, fino alla malattia, il ricovero per schizofrenia e la morte in seguito a un drammatico epilogo.
Sceneggiato a partire dai romanzi del marito, e disegnato utilizzando l’iconografia dell’epoca e le foto di famiglia di casa Fitzgerald, Superzelda è il ritratto a fumetti della coppia più spericolata e romantica di quella che Gertrude Stein definì «generazione perduta».
Bicchiere di gin alla mano -Proibizionismo permettendo, sigaretta con tanto di bocchino se siete fumatori e di sottofondo un po’ di musica Jazz o Charleston: l’atmosfera è creata ed è la stessa che si avvertirà tra le pagine di questa graphic novel.
Non lo nego, sono un’amante di quel periodo. Tutto ciò che riguarda i Roaring Twenties mi ha sempre affascinata, così come ho sempre apprezzato particolarmente il lavoro di uno dei suoi massimi esponenti, ovvero F. Scott Fitzgerald. I suoi romanzi spesso sono dedicati a Zelda, un nome che per Scott non fu soltanto una donna, ma una moglie, un’amante e sopratutto la Musa.
E chi è Zelda?
Zelda Sayre, nata in Alabama il 24 luglio del 1900, è destinata a diventare una delle icone dei Roaring Twenties, il prototipo della femminilità indipendente che non aveva paura di alzare la voce per farsi notare, né di sembrare troppo appariscente e maschietta, indifferente ai giudizi della gente. Mai paga di feste deliranti, viaggi e svariati hobby, Zelda fin da piccola è un uragano, sempre alla ricerca di nuove esperienze e sensazioni.
L’incontro che cambierà per sempre la sua vita avviene nel luglio del 1918, quando durante una festa il tenente Francis Scott Key Fitzgerald la invita a ballare.
Pareva avesse, sotto le scapole, come un sostegno naturale che lo teneva sollevato da terra, quasi in segreto possedesse la capacità di volare
Da un inizio tutt’altro che facile, si passerà al matrimonio: leggere dei loro battibecchi e della genesi di una storia d’amore che affascinerà intere generazioni è stato come scostare una pesante tenda per avere un assaggio dell’interno. Scott le ha permesso di addentrarsi in una realtà in fermento, quella degli artisti dell’epoca, realtà alla quale Zelda sentiva di appartenere e che le permetteva di scacciare la noia, vissuta come la peggiore delle malattie.
Una volta sposati, i Fitzgerald viaggiarono molto in giro per l’Europa, stabilendosi specialmente in Francia, a Parigi, cuore pulsante dell’arte dove ebbero modo di conoscere intellettuali come Hemingway, Dos Passos, Picasso, Gertrude Stein. I disegni in questa graphic novel, improntati sull’iconografia unica dell’epoca, sono sorprendenti: sembra di passeggiare tra i boulevard dell’epoca con tutti loro, e non nego di essere ritornata con la mente ad uno dei film recenti più belli di Woody Allen, “Midnight in Paris“, dove i Fitzgerald sono interpretati da Alison Pill e Tom Hiddleston.
Ho particolarmente apprezzato le vignette dedicate ai pensieri degli altri grandi personaggi che affiancavano le giornate dei Fitzgerald, parole attraverso le quali è possibile avere un’opinione esterna della loro singolare quanto intricata vita di coppia. Si segue l’evoluzione del loro rapporto, la nascita della loro figlia e parallelamente la carriera di Scott, costantemente ispirata da Zelda.
Ma Zelda è anche tristemente nota per il suoi problemi legati alla schizofrenia, attacchi di panico e gelosia che condizionarono molto la seconda parte della sua vita, costringendola lontana da Scott, chiusa in costose cliniche private. Seguiamo i suoi pensieri e le sue manie anche lì, pagina dopo pagina ormai conquistati dalla sua sagacia fino all’epilogo.
È stata una piacevole lettura, contornata da vignette e particolari davvero ben fatti: un’immersione in quell’epoca tanto chiacchierata, piena di luci ed ombre così come lo è stata la vita di una delle sue più originali rappresentanti, Zelda.
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