Black Hammer, la serie

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Black Hammer, la serie

Black Hammer

Il lato umano dei supereroi

Cominciare la serie di Black Hammer per me ha significato uscire dalla comfort zone letteraria. Non sono avvezza a leggere fumetti di supereroi, nonostante questi ultimi mi piacciano molto su pellicola cinematografica. Per un motivo o per un altro, non mi era mai capitato di leggerne in questo modo, quindi dire che ero scettica è doveroso.

In realtà poi, fidandomi di consigli vari ed eventuali nonché rincuorata dalle premesse fatte proprio dall’ufficio stampa Bao Publishing (che nuovamente ringrazio), mi sono approcciata al primo volume più fiduciosa.

Black Hammer è una serie ideata da Jeff Lemire per la Dark Horse, con i disegni di Dean Ormston, i colori di Dave Stewart ed il lettering di Todd Klein(lui ha letterato Sandman, che sto leggendo adesso e che non so perché non ho mai letto prima, francamente).

Fin da subito, la storia di Black Hammer mi è parsa atipica. Ci troviamo davanti ad un gruppo di supereroi malinconici che hanno perso fiducia in primo luogo in loro stessi, e consequenzialmente nel loro ruolo.

Andiamo con ordine.

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Black Hammer – Origini segrete” si apre con un’ambientazione atipica: ci troviamo in una fattoria sperduta in un tipico paesaggio rurale della provincia americana. Il primo personaggio che s’incontra è Abraham, un vecchio malinconico che sembra stanco della vita che conduce.

“Dieci anni oggi da quando siamo arrivati. Dieci anni! Sembra ieri, il tempo vola. E più invecchi, più accelera. È un cliché, lo so, ma maledizione se è vero”.

È proprio Abraham che fa un po’ da cicerone per tutta la prima parte del volume, introducendo il vero dramma che vivono i supereroi: l’inspiegabile esilio. Dieci anni prima infatti, a seguito della battaglia contro l’Anti-Dio tenutasi a Spiral City, loro città natale, sono stati risucchiati via da una misteriosa forza e catapultati in quello che sembra un universo parallelo dove non esistono minacce, non esistono mostri e, quindi, non esistono supereroi. Inoltre, non appena arrivati, l’eroe più forte tra loro, Black Hammer, è rimasto ucciso da una barriera invisibile che sembra circondarli e che impedisce loro di allontanarsi dalla fattoria e dalla piccola cittadina vicina.

Abraham, Gail, Barbalien, Walky, il Colonnello Weird e Dragonfly costituiscono una famiglia disfunzionale: ognuno di loro tenta di reagire al disagio che vivono in modo diverso, chi adattandosi come Abraham e Barbalien, chi ribellandosi come può come Gail, chi tentando di costruire vie di fuga come Walky, oppure chi come Weird e Dragonfly, abbandonando quasi ogni contatto con la realtà.

Sono supereroi con cui è facile empatizzare, sotto certi aspetti vivono, in modo amplificato, il malessere che è tipico dell’uomo comune, malinconia, non sentirsi utile a nessuno scopo, spesso costretto in una vita ed in una quotidianità oppressiva.

In modo amplificato perché, a peggiorare tutto, non c’è solo l’assenza di risposte – perché sono confinati lì? – ma sono finiti in un mondo in cui non esistono supereroi. E se non possono più essere riconosciuti come tali, ma allo stesso tempo non sono nemmeno comuni uomini, allora qual è il loro ruolo?

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In Black Hammer ho trovato il senso d’appartenenza ad una condizione, l’affezionarmi a dei personaggi in maniera quasi immediata, senza dover attendere di andare oltre il primo volume, cosa di cui invece ero convinta. Il senso di mistero presente fin da subito ha accompagnato la lettura creando una suspence che non perde mordente, fino al terzo volume, in cui tutti i nodi cominciano a venire al pettine. Agli inizi del mese è uscito proprio il terzo volume, “L’era del terrore – parte I“, che mi ha lasciata con il fiato sospeso fino alla fine ed ora spero solo di leggere il seguito a più presto.

Credo che Black Hammer sia un buon modo per approcciarsi alla lettura di fumetti di supereroi: per me, di certo lo è stato.

Sabrina Turturro
sabrina.turturro@gmail.com

Sabrina Turturro | Bookish person. Photography and movie enthusiast. Art, travel and tv shows addicted. A dreamer. Instagram, Snapchat, Facebook: nebuladaphne nebuladaphne@gmail.com

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