Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde

Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde

“The strange case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde” nato dalla penna di Stevenson sul finire del 1885 che per la trama prese spunto da un incubo della moglie Fanny. Venduto per uno scellino, in pochi mesi ne furono acquistate più di cinquantamila copie.

Ho cominciato questo romanzo breve –poco più di cento pagine- curiosa di conoscere direttamente una storia che mi ha sempre affascinata e non ne sono affatto rimasta delusa.

La narrazione di Stevenson mi ha colpita fin da subito, così ricca di descrizioni che sfiorano la poesia:

[…]una luna pallida appoggiata sul dorso come se il vento l’avesse fatta rovesciare, e delle nubi sfilacciate che correvano nel cielo.

Tratteggiano una Londra silenziosa che alimenta indirettamente la solitudine dei personaggi e diviene quindi cornice perfetta della vicenda. L’atmosfera da romanzo poliziesco risente a mio parere dell’influenza del suo più illustre concittadino, Sir. Arthur Conan Doyle, che abilmente lasciava indizi e sospetti mirati a tener desta l’attenzione del lettore: espediente che funziona benissimo anche qui.  Il dissidio interiore di Henry Jekyll ruota sulla dualità dell’animo umano e sul concetto di “Doppio” che ebbe poi molta fortuna nell’intera letteratura dell’800 e contemporanea(Poe, Wilde, Dostoevskij, Calvino tanto per citarne alcuni).

È dunque da attribuirsi più all’esigente natura delle mie aspirazioni che a una mia speciale degradazione, il motivo per cui si separarono in me, con un solco più profondo, le ragioni del bene e del male che dividono e compongono ad un tempo la duplice natura dell’uomo. Per quanto io fossi preda di un profondo dualismo, le due nature in me coesistevano in perfetta buona fede, ed ero ugualmente me stesso sia quando, sciolto ogni freno, ero immerso nella vergogna, sia quando mi affaticavo a lavorare per il progresso della scienza o per dare sollievo al dolore e alla sofferenza.

Jekyll, uomo di scienza, pensa con presunzione di poter evocare la sua parte più oscura a piacimento, senza assumersi le responsabilità delle azioni che questa figura, Hyde, commetterà e questo sarà il suo errore più grande. Ma l’equilibrio non va ricercato nella scienza né nelle droghe, ma in un costante oscillare tra una parte e l’altra, senza soffocarne nessuna: Jekyll lo imparerà a proprie spese, trascinando con sé Hyde, che conserva fino all’ultimo il fuoco e l’attaccamento irrazionale alla vita(il male non si estirpa facilmente).

Mi è piaciuta particolarmente la descrizione del male in Hyde, non visibile ma percepibile, non mostro deforme come invece pensavo, ma ometto basso e un po’ strano che trasmette a chi gli si avvicina un senso di disagio, di paura inspiegabile. Un eco della sua cattiveria, presente ma impalpabile, una della caratteristiche che hanno reso questa storia immortale.

 

La copia in mio possesso è edita da Garzanti.

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Sabrina Turturro
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Sabrina Turturro | Bookish person. Photography and movie enthusiast. Art, travel and tv shows addicted. A dreamer. Instagram, Snapchat, Facebook: nebuladaphne nebuladaphne@gmail.com

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