23 Nov 41 perché di dubbio interesse
Autore: Riccardo Froscianti
Casa Editrice: Bompiani
Pagine: 128
Data di pubblicazione: 17 Novembre 2016
Costo: 9,9€ (link all’acquisto qui)
Trama: Perché il bagno è sempre in fondo a destra? Perché oggi l’ombrello ci ricorda solo il gesto? Perché il tavolo balla anche senza musica? Perché chi si sveglia all’alba lo sottolinea fino al tramonto? E perché i conti non tornano mai? Ecco il primo libro con tante domande e con poche risposte che sa porre quesiti non essenziali ma essenzialmente veri.
Avete presente quell’amico che non legge, quello che afferma convinto che tutti i libri siano una gran noia e perdita di tempo? Tutti ne abbiamo almeno uno e tutti vorremmo, segretamente e spesso con rabbia, vederlo con un libro in mano, prima o poi. Ogni lettore ha dentro di sé lo spirito da crocerossina che indefessa cerca di spargere libri a destra e a manca, ammettiamolo. Perché questa premessa? Perché secondo me il libro di cui vi parlo oggi potrebbe essere uno dei testi iniziatici proprio per chi un libro in mano non l’ha mai tenuto. Ovviamente no, non solo per lui perché, di contro, dopo un mattone russo dal numero imprecisato di pagine, o un romanzo malinconico e graffiante(Roth, Carrère mi sentite?) un po’ di respiro ci vuole: 41 perché di dubbio interesse, opera prima dell’autore ternano Riccardo Froscianti, è l’equivalente della bustina anti-panico posta nel sedile di fronte a noi.
Le domande che l’autore ci pone sono domande che almeno una volta nella vita tutti dovremmo porci e forse l’abbiamo già fatto, perché chi più chi meno, ha subito o ha causato gli interrogativi che lui prende in esame. Il problema è che dare una risposta a certe domande è difficile, se non impossibile e ve ne accorgerete leggendole. Eppure lui ci riesce.
Ad esempio: Perché per ordinare indichiamo con il dito sul menù?
«Il menù è una certezza. La certezza del comando. Davanti a noi, un esercito di piatti, ingredienti, prezzi e lingue. Pagine che all’occorrenza diventano tende di un sipario improvvisato, utili per un gioco di magia spicciola: sparire davanti al pubblico degli amici. Il nome appaga (in parte) la fame e alimenta le (tante) aspettative. A volte diventa un’ossessione, sopratutto in presenza della formula All You Can Eat. Come l’anello di Gollum, il menù è il nostro tesssoro e non siamo disposti a cederlo. Anzi. Per ordinare pattiniamo con l’indice sui nomi dei piatti, da sinistra verso destra e ritorno. Forse perché non siamo sicuri della pronuncia, perché vogliamo essere compresi bene o forse è un modo per entrare in contatto subito con il cibo.»
Oppure, una domanda che io stessa mi sono posta più volte con fare sprezzante: Perché per gli italiani gli atterraggi sono sempre da standing ovation?
«Nessuno ha mai capito il perché. Forse perché siamo sempre scettici o perché gesticoliamo molto e l’applauso è l’unico modo per far sentire le nostre mani al comandante.»
Qui lo dico e qui lo nego: a volte mi sono lasciata trascinare anche io nel generale ed immotivato(infondo, atterrare non è mica un optional) entusiasmo che segue un atterraggio.
Senza contare il perché che puntualmente mi affligge: Perché apriamo i medicinali sempre dalla parte sbagliata? E si, anche stavolta Froscianti ha una risposta.
«Il foglio illustrativo è la prima cosa che vediamo. Ma non è stato semplicemente messo dentro. Avvolge con un abbraccio tentacolare il medicinale. Una morsa che sembra infinita.[…] Con il 50% di possibilità di indovinare la giusta apertura, puntualmente sbagliamo. Nessuno sa il perché. Magari perché la malattia ci rende più deboli o perché siamo presi dall’ansia di curare (visto che non siamo riusciti a prevenire). O forse perché dobbiamo per forza, PRIMA DELL’USO, LEGGERE CON ATTENZIONE TUTTE LE INFORMAZIONI CONTENUTE NEL FOGLIO ILLUSTRATIVO.»
Le quarantuno domande sono volate via una dietro l’altra, un libriccino dalla copertina sgargiante che consiglio assolutamente a tutti (anche a te, che odi leggere e che sicuramente non sarai arrivato alla fine di questo post). Le risposte di Riccardo Froscianti sono quella parte, magari in ombra, tratteggiata a matita, che è stata sempre ironicamente presente nella nostra testa ma alla quale non siamo mai riusciti a dare una degna risposta.
Ringrazio ancora la casa editrice Bompiani per l’omaggio.
Ps. Non potevo chiudere il post senza lasciarvi l’ennesimo quesito: Perché quando togliamo la cover l’iphone inizia a cadere? Provate a rispondere (ma quanto è vero?!).
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