30 Mar In viaggio con Benjamin – verso la sperdutezza, Martin Vopěnka
Casa editrice: Bonfirraro Editore
Titolo: In viaggio con Benjamin - verso la spedutezza
Traduttore: Stefano Baldussi
Pagine: 345
La casa editrice siciliana Bonfirraro Editore, dopo essersi concentrata sulle voci italiane ed in particolar modo quelle del proprio e assolato territorio, inaugura una nuova collana dedicata agli autori stranieri; ha deciso di farlo con Martin Vopěnka, autore inedito fino a questo momento in Italia: “In viaggio con Benjamin – verso la sperdutezza” è il romanzo d’apertura.
Vopěnka non è nuovo nel panorama culturale europeo: originario della Repubblica Ceca, figlio di uno dei suoi ultimi Ministri dell’Istruzione e proprietario della feconda casa editrice Prah, Vopěnka conta già ben quindici romanzi pubblicati e tutti sono finiti in cima alle classifiche di vendita. Con queste premesse, la mia curiosità nei confronti di In viaggio con Benjamin era ben corposa.
[…] stavo aspettando fuori da scuola. Benjamin uscì dalla porta e mi venne incontro di corsa tanto da far ondeggiare i capelli. In quel momento sentii tutto l’amore che un adulto può nutrire nei confronti di un bambino. Ero suo padre, il suo tutto. Ed ero grato per quel ruolo.
David, padre di Benjamin, dopo aver perso sua moglie e quindi l’unica figura femminile al fianco di suo figlio, decide di partire per un viaggio lungo ed avventuroso per buona parte dell’Europa: un’Europa di una bellezza superba, quasi magica.
“Papi, e domani saremo già sperduti?”
“Non te lo so dire. Forse ci siamo già”, dissi.
“Qui?”, si meravigliò. “Ma questo lo conosciamo”.
“Solo che nessuno sa che adesso siamo proprio qui. E nessuno sa dove siamo diretti. Quindi, di fatto, siamo già sperduti. Capisci?”
L’unica città a non esserlo affatto è proprio Praga, la loro città e da dove il viaggio prenderà le mosse: si avverte il senso di angoscia e sofferenza che lega padre e figlio a questa città.
Il viaggio reale diventa un viaggio simbolico alla ricerca del rapporto tra un genitore ed un figlio, un viaggio di crescita e accanto a questo progressivamente diventerà una ricerca di qualcosa di più grande: è possibile sentirsi felici come se avessimo toccato qualcosa di profondo o è soltanto fugace sentimento utile a rendersi conto che la vita ci è scivolata, velocemente, attraverso le nostre dita?
È possibile trovare un significato più profondo alla vita o essa è soltanto una serie di piaceri fuggevoli, piccoli orgasmi che ci fanno esistere?
Il viaggio non sarà idilliaco ma è una delle caratteristiche che più mi è piaciuta: pieno di episodi non sempre felici, interrogativi scomodi che la scrittura fluente di Vopěnka pone in maniera semplice mi hanno catturata – non subito, è vero, ma è un romanzo corposo che va letto con attenzione – ; dopo aver rotto il ghiaccio è impossibile non affezionarsi a Benjamin, alla sua innocente curiosità verso un mondo che l’ha privato di uno degli amori più grandi.
Anche se diametralmente opposto, un padre e un figlio in viaggio mi hanno fatto tornare alla mente il meraviglioso La strada di Cormac McCarthy: su due piani speculari, anche David tenta di impartire a suo figlio lezioni di vita, come sopravvivere in un mondo fatto di emozioni ma anche delusioni.
Chi sono io? Mi chiesi. Un esemplare padre amorevole oppure un pazzo scavezzacollo, […] che si era inventato un viaggio verso la sperdutezza perché non aveva niente di meglio da offrire al proprio figlio?
In definitiva, è stato un romanzo che ho apprezzato e che nonostante le più di trecento pagine ho letto in poco tempo, aiutata dalla scrittura – e presumo anche dalla traduzione – molto fluida e semplice: è stata una piacevole lettura.
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